Il percorso, di circa due ore e 15 minuti, escluse le soste, si svolge in un piccolo colle meridionale vicino a Baone, ricalcando più o meno il sentiero naturalistico N. 8 ma seguendo la direzione contraria, non tanto per essere originali, ma perché risulta meno faticoso. Sono sconsigliate le giornate calde.
- Descrizione tecnica
Lunghezza: 5,45 km Tempo: 2,15 ore Quota di partenza: 18 m Quota minima: 17 m Quota massima: 180 m Dislivello positivo: 247 m Dislivello negativo: -247 m Verso del percorso: Orario Difficoltà tecnica: Facile
Il Monte Cecilia (199 m) è un classico laccolite, cioè una struttura concordante formata dall'intrusione di lava latitica tra i giunti di stratificazione delle rocce sedimentarie (scaglia rossa), che sono state sollevate.
L'alterazione dovuta agli agenti esogeni produce sulla latite l'esfoliazione cipollare, una desquamazione a superfici concentriche.
Si può parcheggiare in un piccolo spazio al bordo della strada vicino a Via Moschine, che è il punto di partenza. Dietro l'ex-fabbrica “Nuova Canguro”, ora abbandonata, che incontrate poco più avanti, si trova una vecchia cava di latite in cui è possibile osservare, oltre alla fessurazione colonnare, la concordanza con la sovrastante scaglia rossa, tipica del laccolite classico. Purtroppo per visitarla bisognerebbe conoscere il proprietario dell'edificio.
La strada, all'inizio asfaltata, ma poi a fondo naturale, sale lentamente tra la tipica vegetazione mediterranea, con albero di giuda, terebinto, paliuro, acero, ecc.
La parte terminale, con fondo di cemento, si fa più ripida, ma la salita è breve e vi porta a confluire nella stradella, dal fondo rossiccio a causa della scaglia, proveniente dal passo del Sassonegro (Bivio Sassonegro Via Moschine, 94 m). Siamo ora sul dosso di Comezzara. Bello il panorama verso Arquà Petrarca 📷.

Prendete a destra il sentiero pianeggiante che passa vicino ad un'abitazione. Dopo aver superato le pertinenze dell'abitazione, prendete il sentiero a sinistra che porta all'assolato cocuzzolo Cavamorti (114 m), dalla vegetazione unica, abbandonando temporaneamente il sentiero N. 8. Un cartello fornisce la descrizione del vegro e un altro cartello si trova alla fine della salita. All'inizio, sulla destra, c'è una panca con un tavolo. A parte il giallo intenso di cui si copre il colle nella tarda primavera con la fioritura delle ginestre, si possono incontrare vari tipi di orchidee e soprattutto la rarissima ruta patavina, nell'unica stazione italiana. Il panorama 📷 spazia dal M. Cero, al M. Ventolone, al M. Ricco e, in alcuni punti, sembra di essere in Toscana.

Girate attorno alla cima, senza scendere lungo il sentiero che porta alle abitazioni di Comezzara, e ritornate, dopo un'ampia curva, al punto che avevate abbandonato in precedenza.
Proseguite dritti in discesa, mantenendo davanti a voi il M. Cecilia: intravedete lo sterrato che dovrete seguire tra poco. La discesa è breve ma abbastanza ripida; lungo il percorso trovate due pannelli esplicativi.
Alla fine della discesa sbucate sullo sterrato del sentiero N. 8 (Vegro Monte Cecilia, 85 m) che avevate abbandonato prima si salire sul vegro; la stradella piega a destra verso Casa Meneghina, voi invece prendete il tratto davanti a voi, seguendo la direzione Monte Cecilia bivio Sud, che rimane in quota per un buon tratto.
Nella prima parte avete sulla sinistra un vegro con panorama verso il M. Ricco e, sulla destra, essenze miste.
Superata una panchina e un tavolo che danno un po' di ristoro, entrate nel boschetto di robinia, roverella, nocciolo, ecc., che fornisce finalmente un po' di ombra.
In alternativa: se non ve la sentite di salire sul M. Cecilia, potete abbreviare notevolmente il percorso seguendo il sentiero N. 8A.
Arrivati ai resti di Casa Bolcato, mantenetevi sullo sterrato principale, che piega a destra, evitando i sentieri laterali, fino a giungere al crocevia Bivio Terralba (109 m).
Il doppio sterrato che scende sulla sinistra si dirige verso la località Le Casette, voi invece proseguite diritti in salita seguendo il versante del colle, in direzione Monte Cecilia bivio Sud.
Prima però consigliamo di salire per pochi metri lungo il sentiero sulla destra per osservare l'esfoliazione cipollare della latite presente sul fondo.
Riprendete il cammino principale che sale in mezzo ad un boschetto di robinia e castagno che porta sull'altro versante.
Proseguite in costante salita sullo sterrato accidentato, che in qualche punto mostra ancora l'esfoliazione cipollare, fino ad arrivare a un nuovo crocevia con una serie di frecce e un pannello informativo.
Prendete il sentiero a destra ancora in salita e a poca distanza trovate la freccia che sale sulla cima del colle; salite alcuni gradini in pietra e siete nel luogo dove c'era un castello* di cui oggi non rimangono che poche tracce, a cui è stata aggiunta una croce in ferro 📷. Attenzione perché il tratto è ripido e scivoloso!
Dalla parte opposta altri gradini vi riportano sul sentiero principale, dove trovate nuovamente l'indicazione di salire ai ruderi; voi proseguite a destra in direzione Baone Via Lucerna.
* Il castello dei Conti di Baone era a guardia dell'accesso orientale della città di Este. Dopo la sua distruzione ad opera di Ezzelino III fu posta la croce in ferro..
Proseguite dritti fino a un bivio dove girate a sinistra, ora in discesa, su uno sterrato che mostra di nuovo la latite ad esfoliazione cipollare. Ancora un tavolo che vi darà un po' di riposo.
In questo punto il sentiero si biforca ma poi si ricongiunge al Bivio Monte Cecilia (189 m).
Continuate la discesa, per un tratto ancora sconnessa e infine diventa asfaltata: siete giunti alle prime abitazioni di via Lucerna (Val Lucerna); sulla destra, oltre l'oliveto, il bel panorama verso il M. Cero e l'abitato di Calaone 📷.
Ancora una breve discesa è arrivate sulla strada principale; andate a destra e dopo poco siete al punto di partenza.
