L'acqua che zampilla da una sorgente, quella di scolo di un ghiacciaio o l'acqua piovana che scorre su un pendio tendono a scegliere la via di massima pendenza, cioè la più breve, per giungere a valle. Si forma così una serie di piccoli rigagnoli che incidono i versanti e che, unendosi, determinano un aumento della forza erosiva dell'acqua producendo il dilavamento, processo di denudazione provocato dalle acque meteoriche.
Le acque dilavanti
Le acque piovane che non penetrano nel sottosuolo iniziano a scorrere disordinatamente su di esso lungo le linee di massima pendenza, con una velocità che dipende dall'inclinazione del versante. Le piogge, specie se intense, esercitano sui terreni un'azione battente (di tipo meccanico), più efficace se questi sono poveri di vegetazione e disposti lungo pendii. All'inizio, soprattutto dove affiorano terreni poco permeabili, formano un velo superficiale uniforme che asporta il materiale incoerente (erosione areale) e poi si dividono in tanti rivoli, che defluiscono lungo le linee di massima pendenza scavando un gran numero di piccoli solchi, che in una prima fase si modificano di continuo (erosione a rivoli), ma successivamente diventano più profondi e durevoli (erosione a solchi o lineare).
Questo processo, chiamato ruscellamento, è responsabile della rimozione di notevoli quantità di sedimenti (denudamento dei versanti); le acque di deflusso superficiale, senza un percorso ben definito, sono dette acque selvagge (o di ruscellamento).
Ruscellamento
L'efficacia dell'azione erosiva delle acque di ruscellamento dipende da vari fattori:
- l'intensità delle precipitazioni (piogge violente esercitano un'azione meccanica maggiore),
- il tipo di movimento (laminare o turbolento),
- la permeabilità del terreno (se è elevata, si riduce lo scorrimento superficiale),
- l'erodibilità dei suoli e delle rocce,
- la pendenza del versante (se è forte, aumenta la velocità dello scorrimento e quindi l'azione erosiva),
- la copertura vegetale del suolo (se presente, attutisce l'azione battente della pioggia e rallenta lo scorrimento superficiale).
L'effetto è più consistente dove le rocce sono formate da clasti di dimensioni eterogenee, argillosi o comunque a grana fine e poco cementati. In tal caso, l'azione erosiva trova una scarsa resistenza e i versanti appaiono solcati da canali stretti, profondi e molto fitti, intercalati a creste appuntite. Queste strutture, molto frequenti nell'Appennino tosco-emiliano, in Abruzzo e in altre regioni italiane, vengono denominate calanchi. Quando l'acqua scorre su terreni molto erodibili, possono formarsi vere e proprie piramidi di terra, dovute al fatto che l'acqua incontra massi e ostacoli che aggira scavando tutto intorno sempre più profondamente. Le acque di ruscellamento confluiscono in solchi via via più grandi, che a loro volta possono unirsi formando alvei veri e propri, in cui scorrono i ruscelli.
I calanchi
I calanchi sono un esempio delle tante manifestazioni dell'azione delle acque dilavanti.
Si sviluppano in rocce a componente argillosa e marnosa ma con rilevanti percentuali di silt e sabbia, tali quindi da comportarsi come rocce impermeabili e contemporaneamente consentire lo sviluppo e il mantenimento di creste aguzze e ripide.
In questo tipo di terreno, con gli strati sedimentari molto inclinati, con esposizione meridionale dove il terreno è più sottile e la vegetazione è scarsa e prevalentemente erbacea, le acque dilavanti scavano solchi profondi che lo riducono in tante creste quasi sempre frastagliate e disposte in senso radiale o parallele.
Nelle catene montuose si formano pertanto delle valli asimmetriche con versanti meridionali più corti e pendenti rispetto a quelli settentrionali.
Su sedimenti prevalentemente argillosi si formano dossi arrotondati come le cupole di argilla, che in Toscana vengono chiamate biancane.
Se le acque selvagge passano attraverso strati protettori di sabbia e impregnano i terreni argillosi sottostanti, possono rigonfiarsi e sfaldarsi provocando frane. Si formano così i ripidi pendii chiamati balze come quelle di Volterra.
Negli Stati Uniti, data la loro forma tormentata che li rende impercorribili, sono chiamati bad lands (terre cattive).
I calanchi si trovano lungo il versante padano dell'Appennino e in alcune zone della Toscana.
Calanchi sull'Appennino - Balze a Volterra - Biancane in Toscana - Badlands in Dakota
Le piramidi di terra
Le piramidi di terra sono delle particolari forme di erosione dovute all'azione delle acque di dilavamento. Si formano su terreni morenici costituiti da materiale di diversa natura, sottile, sabbioso, friabile e poco coerente, disseminato di blocchi e massi di roccia più resistente e deposto durante i periodi glaciali.
Le acque dilavanti scavano lentamente attorno ai massi asportando il sedimento tenero, mentre la parte sotto i blocchi rimane protetta dall'erosione. Per questo si ha un abbassamento della superficie e rimangono isolate delle guglie sormontate da un grosso masso. A volte i rilievi sono allineati e collegati da creste.
Col passare del tempo si assottigliano e si allungano fino a raggiungere altezze di 20-30 m. Le piramidi possono conservarsi per mole decine di anni finché non crolla il masso che le protegge. A questo punto la demolizione procede rapidamente.
In Italia le possiamo osservare a Renon e Segonzano nel Trentino-Alto Adige e Zone sul lago d'Iseo.
Piramidi di terra a Segonzano
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