I cicloni tropicali

cicloneI cicloni tropicali sono una delle tre grandi categorie in cui sono classificate le perturbazioni nelle zone dei tropici: in base all'intensità si distinguono depressioni, tempeste e cicloni tropicali.
Le depressioni tropicali sono perturbazioni atmosferiche delle latitudini tropicali e subtropicali con piogge medio-forti e venti inferiori a 63 km/h (34 nodi). Non c'è un "occhio", come di solito avviene nei cicloni, ma vi è comunque un'area di bassa pressione, da cui deriva il loro nome.
Le tempeste tropicali sono perturbazioni atmosferiche con piogge abbondanti e venti con velocità superiore ai 63 km/h ma inferiore ai 118,5 km/h (64 nodi). Possono aumentare d'intensità tramutandosi in fenomeni ciclonici (ma può avvenire anche il contrario).
ciclone CatrinaI cicloni tropicali di pressione nella zona centrale della colonna, l'occhio del ciclone e, di conseguenza, la formazione di un gradiente barico molto elevato con le zone circostanti: si originano venti violentissimi, che possono superare i 300 km/h e convergono a spirale verso il centro formando un vortice ascendente del diametro di 100/500 km. Nell'occhio del ciclone, del diametro di 5-20 km, i venti e le precipitazioni sono completamente assenti, ma si viene a creare, a causa dei valori bassissimi di pressione presenti, un flusso di aria discendente dall'alta troposfera, che si riscalda e fa scomparire le nubi e causerà, in un secondo tempo, l'esaurirsi del fenomeno.
Il vortice ciclonico, che ruota in senso antiorario nell'emisfero boreale e orario in quello australe, possiede anche un moto di traslazione. I cicloni tropicali muovono infatti da Est verso Ovest, deviando però verso latitudini più elevate per effetto della forza di Coriolis.
Essi di norma si formano sul lato orientale degli oceani e si dirigono verso le coste dei continenti, dove scaricano piogge torrenziali e sollevano onde marine alte sino a 18 m. Giunti a terra, diminuiscono progressivamente la loro potenza perché viene a mancare l'umidità che è la fonte dell'energia e in breve si esauriscono dopo aver provocato ingenti danni.
I periodi più propizi alla formazione di cicloni si collocano tra la fine dell'estate e l'inizio dell'autunno, quando le acque oceaniche equatoriali sono più calde. Le zone più colpite sono i Caraibi e il Golfo del Messico, dove vengono chiamati uragani, le coste orientali asiatiche (Cina, Giappone, Filippine), dove sono denominati tifoni, l'India e i paesi limitrofi (cicloni) e l'Australia settentrionale(willy-willies).
Sino agli anni '70 del secolo scorso, i cicloni venivano "battezzati" con nomi propri femminili: al primo ciclone dell'anno si dava un nome che iniziava per A, al secondo un nome che iniziava per B e così via. Nel 1979 si è deciso, per evitare accuse di discriminazione, di alternare nomi maschili e femminili in tre lingue (inglese, francese e spagnolo).