La storia delle pietre preziose fin dall'antichità ha avuto valenze magiche, curative, apotropaiche e simboliche.
Moltissime sono state le teorie relative alle "virtù delle pietre", trattate con cura scientifica da grandi maestri del passato, come Democrito (460-370 a.C.), Teofrasto (372-285 a.C.), Plinio (23-79 d.C.).
Le dottrine sulle proprietà curative delle pietre videro gran fiorire nel Medioevo, con i cosiddetti "lapidari", ossia raccolte meticolose delle virtù delle pietre che si riteneva potessero venire accentuate da particolari disegni presenti in esse, "scolpiti" dalla natura, o dall'uomo attraverso incisioni.
I minerali preziosi in passato erano cercati con mezzi empirici, a volte con tecniche curiose, come la rabdomanzia: per mezzo delle vibrazioni percepite attraverso un bastone tenuto in mano dal sensitivo, pare si riuscisse a determinare, secondo le antiche credenze, i giacimenti di pietre preziose.
Innumerevoli furono le proprietà medicamentose attribuite alle pietre preziose nel corso dei secoli: il diamante rendeva innocui i veleni e svelava le infedeltà coniugali; l'ametista proteggeva dall'ubriachezza; l'eliotropio fermava le emorragie dal naso; strane pietre pare si ricavassero anche dalla testa del rospo: la non meglio identificata bufonite serviva a curare casi di avvelenamento.
In alto: Ricerca mineraria tratta dal
De Re Metallica
di Giorgio Agricola (1556)
Qui sopra: Disegni tratti da
De Hortus Sanitatis
(1483)