Glicocalice e parete
Il glicocalice, proprio di alcune cellule animali, è un rivestimento più o meno spesso formato dalle catene di oligosaccaridi delle proteine e dei lipidi che sporgono dalla membrana plasmatica verso l'esterno.
Esso corrisponde per composizione chimica e funzioni alla capsula dei Batteri: trattiene l'acqua, filtra grazie ai pori ultramicroscopici, controlla gli scambi ionici. Negli organismi pluricellulari può avere proprietà adesive e quindi tenere unite le cellule nei tessuti. Talvolta si impregna si sali minerali acquistando funzioni di sostegno. Possiede molecole per il riconoscimento specifico e proprietà antigeniche, ad esempio il sistema A, B, 0 dei gruppi sanguigni.
Della parete abbiamo già parlato nella pagina precedente.
Matrice extracellulare
La matrice extracellulare è una sostanza, prodotta dalle cellule stesse, che riempie gli spazi tra le cellule nei tessuti, li mantiene uniti grazie alla sua adesività e conferisce loro resistenza.
Negli animali è particolarmente abbondante nei tessuti connettivi, mentre è abbastanza scarsa in quello muscolare epiteliale e nervoso.
La matrice è composta da proteine fibrose, come il collagene e l'elastina immersi in un gel di polisaccaridi (proteoglicani). In questo modo, abbiamo resistenza alla trazione e compressione ed elasticità. Le fibre di collagene sono collegate con il citoscheletro tramite glicoproteine, le integrine.
La matrice svolge molteplici funzioni:
- mantiene unite le cellule dei tessuti;
- conferisce le particolari proprietà di tessuti come la cartilagine e l'epidermide;
- collabora alla filtrazione delle sostanze che passano da un tessuto all'altro;
- orienta i movimenti delle cellule nello sviluppo embrionale e nella riparazione dei tessuti lesionati;
- invia segnali chimici alle cellule vicine in caso di attacco di parassiti.
Una specializzazione della matrice è la lamina o membrana basale, prodotta dalle cellule epiteliali e connettive ed è la superficie che si interpone tra questi due tessuti. Svolge funzioni di sostegno e di ancoraggio agli epiteli, filtra le sostanze nutritiva e rigenera i tessuti danneggiati.
Giunzioni cellulari
Nei tessuti di rivestimento degli animali, come quello epiteliale, le cellule sono tenute strettamente unite da giunzioni che impediscono l'entrata (o l'uscita) di sostanze attraverso gli spazi intercellulari.
Ci sono cinque tipi principali di giunzioni.
Le giunzioni occludenti, o strette, sono costituite da linee di saldatura tra le cellule adiacenti formanti una fascia che circonda la cellula, che impedisce, negli epiteli di rivestimento, l'accesso ai fluidi. Un complesso di proteine integrali di membrana (claudina e occludina) garantisce la sigillatura.
Le giunzioni aderenti (o serrate), poste subito sotto le occludenti, sono formate da fasce di filamenti contrattili di actina, collegate tramite proteine di ancoraggio, a particolari proteine (caderine) e connettono le cellule adiacenti.
I desmosomi sono dei dischi appiattiti di proteine, a contatto con i filamenti intermedi cheratinici, che saldano le cellule in punti, come dei bottoni automatici.
Gli emidesmosomi, simili ai precedenti, ancorano i filamenti intermedi di cheratina alla lamina basale, invece che ad altre cellule, per mezzo di proteine (integrine).
Le giunzioni comunicanti, sono costituite da cilindri proteici, che mettono in contatto il citoplasma delle cellule, consentendo il passaggio di piccole molecole. Si tratta di un complesso ad anello, chiamato connessone, con un poro centrale idrofilo che si apre secondo le necessità.
Nelle cellule vegetali le giunzioni comunicanti sono chiamate plasmodesmi e li abbiamo visti nella pagina precedente.