Per ominazione si intende quel processo mediante il quale un gruppo di Primati ha acquisito caratteristiche peculiari dal punto di vista anatomico e morfologico. Tale processo si è svolto in un periodo di milioni di anni.
Prima di tutto esaminiamo alcune tendenze evolutive generali presenti nei Primati.
I Primati presentano una specializzazione alla vita arboricola, per cui hanno sviluppato caratteristiche proprie, diverse dagli animali esclusivamente terrestri:
- estremità prensili,
- dominanza della vista,
- verticalizzazione del corpo,
- aumento delle cure parentali.
Estremità prensili
I Primati, nel loro percorso evolutivo, hanno mantenuto un'ancestrale struttura anatomica di base delle estremità, che sono formate da 5 dita separate, in grado di muoversi indipendentemente per arrampicarsi sugli alberi (presa di forza) e per afferrare oggetti (presa di precisione).
La presa è possibile perché la gran parte dei Primati ha il pollice opponibile, cioè in grado di piegarsi verso il palmo della mano e di opporsi alle altre dita, nelle mani ma, in alcuni casi, anche nei piedi. Pur essendo presente in molte altre specie di animali, il pollice opponibile si è sviluppato in concomitanza alle abilità arboricole dei Primati per avere una salda presa dei rami con due o anche con quattro arti.
Opposizione del pollice in orango
La presa di forza è prevalente nei Primati arboricoli, mentre in quelli terrestri a postura eretta si impone la presa di precisione, per cui la mano si specializza in modo diverso rispetto all'adattamento arboricolo. In particolare, la presa di precisione meglio si attua quando il pollice è perfettamente opponibile ed essa si realizza in modo compiuto negli umani, in cui la struttura della mano diventa meno robusta e più mobile e precisa. Inoltre, le falangi delle dita sono diritte e non ricurve come nel gorilla, l'ultima falange del pollice è molto più lunga e dritta rispetto a quelle delle scimmie antropomorfe, mentre si riduce in proporzione la lunghezza delle altre dita.
Falangi dritte di gibbone
Nell'uomo, in seguito all'acquisizione del bipedismo, l'alluce ha perso la capacità di opporsi alle altre dita del piede.
La mano si può chiedere saldamente anche per afferrare e trattenere il cibo e per riconoscere gli oggetti mediante il tatto.
Presa del cibo in macaco
Questo organo di senso, nonché l'abilità nel manipolare gli oggetti, ha favorito l'evoluzione di unghie piatte al posto degli artigli.
Le modifiche delle articolazioni e delle ossa della mano hanno comportato il contemporaneo sviluppo del cervello, in particolare di quelle parti che controllano i movimenti della mano e, soprattutto, del pollice.
Tutto l'arto, inoltre, presenta ampia libertà di movimento: le braccia, collegate a una clavicola perfettamente funzionante, hanno la possibilità di ruotare l'avambraccio in modo che la mano possa compiere un intero semicerchio senza muovere il gomito o la parte superiore dell'arto, inoltre, i Primati hanno la capacità di alzare le braccia lateralmente facendo ruotare l'omero nell'articolazione delle spalle.
Tali capacità hanno permesso lo sviluppo dello spostamento dei Primati tra l'intrico di rami delle foreste con la brachiazione, che consiste nello spostarsi tra gli alberi afferrando in successione i rami con gli arti superiori, facendo oscillare la parte superiore del corpo, agevolata dalle lunghe braccia. (Nella foto sopra un giovane Orango)
Questo sistema di locomozione implica profondi rimaneggiamenti dell'architettura scheletrica: tutte le articolazioni diventano più snodate e permettono un'eccezionale ampiezza di movimenti, favorita dal fatto che la cassa toracica diventa compressa secondo l'asse antero-posteriore invece che lateralmente.
Quando alcune scimmie africane sono tornate a vivere al suolo, si sono trovate con le gambe corte e le braccia troppo lunghe per camminare a quattro zampe - la stessa difficoltà si ha nell'uomo, che ha le braccia corte e le gambe troppo lunghe - perciò adottano frequentemente una locomozione clinograda, cioè procedono in posizione semieretta appoggiandosi alle nocche delle mani.
Locomozione clinograda in gorilla
Per aumentare la capacità di spostarsi tra gli alberi, alcuni Primati hanno sviluppato anche una lunga coda prensile. (Nella foto sotto: Alouatta pigra)
Nel corso dell'evoluzione la coda in alcune specie si riduce fino a scomparire ed è del tutto assente nelle grandi antropomorfe.
Dominanza della vista
Il Lemur catta, primate evolutivamente più lontano rispetto agli Ominidi, possiede occhi con assi divergenti, un rinario umido - assente in altri Primati - turbinati sviluppati, padiglioni auricolari sviluppati e assai mobili. Queste caratteristiche mostrano che l'animale si affida più all'olfatto e all'udito piuttosto che alla vista ed è tipico di animali prevalentemente terrestri.
Il passaggio alla vita arboricola richiede un notevole sviluppo dell'acutezza visiva ma soprattutto di una visione stereoscopica, indispensabile per valutare con precisione la distanza dei rami nel saltare da un ramo all'altro, perciò gli assi degli occhi da divergenti diventano convergenti verso l'avanti.
La percezione della profondità di campo (visione binoculare) comporta la modifica della struttura anatomica: il muso si accorcia e gli occhi si spostano da laterali a frontali. In questo modo si ottiene una visione tridimensionale per un arco di 120°, mentre le parti esterne sono a visione bidimensionale fino a 160° - 180°.
Gli animali con abitudini crepuscolari non percepiscono i colori e si affidano ad organi come le vibrisse per esplorare l'ambiente. Nelle specie diurne, invece, come la Catarrine, si ha una visione tricromatrica (blu, verde, rosso) come adattamento ad una dieta frugivora o per richiamo sessuale (il mandrillo, ad esempio). Il passaggio alla vita diurna e quindi lo sviluppo della vista, ha come conseguenza un aumento delle aree cerebrali destinate alla rielaborazione degli stimoli visivi.
Un'altra conseguenza della vita arboricola è la riduzione dell'olfatto. Se l'animale è vincolato dall'ambiente arboreo a muoversi solo in determinate direzioni per non cadere dall'albero, non può seguire il gradiente di concentrazione della traccia odorosa, perciò questo senso diventa meno utile. Ne consegue un'importante riduzione della mucosa olfattiva, dei turbinati e quindi l'arretramento delle narici, con la scomparsa del rinario umido. Scompaiono anche alcune abitudini connesse con questo senso, come la marcatura del territorio mediante sostanze odorose.
Anche l'udito si modifica pur rimanendo efficiente: i padiglioni auricolari, già ridotti nelle Proscimmie, si riducono ulteriormente diventano immobili, rendendo più difficile l'identificazione della sorgente di un rumore o di un richiamo. La riduzione della mobilità del padiglione è tuttavia compensata da un incremento notevole di quella del capo.
Volto di macaco
Verticalizzazione del corpo
La postura eretta consiste nello stare seduto con la schiena e la testa diritte. In questo modo l'animale seduto può guardare dritto davanti a sé anche a grande distanza e utilizzare le mani per varie attività. Questa nuova condizione statica rispetto alla gravità comporta una completa riorganizzazione degli organi interni e delle loro relazioni reciproche. Si tratta di un preadattamento alla stazione eretta, caratteristica tipica degli esseri umani, che risulterà vantaggioso quando sarà acquisita da alcuni Primati.
Postura eretta di gorilla
Aumento delle cure parentali
Nei Primati le cure parentali sono molto importanti e si prolungano nel tempo. Il periodo in cui i piccoli restano a contatto con la madre varia da un anno nelle scimmie non antropomorfe, fino a quattro anni negli scimpanzé. Il contatto è necessario soprattutto negli animali a vita arboricola perché i piccoli devono essere trasportati dai genitori, generalmente la madre. Questo comportamento aumenta la probabilità di sopravvivenza dei piccoli ma a scapito del numero di figli, generalmente un piccolo l'anno, e anche a scapito delle sopravvivenza e della fertilità futura dei genitori. Il prolungato contatto con i genitori richiede anche un comportamento sociale cooperante e consente ai piccoli un'estensione del periodo di apprendimento, che si manifesta in massimo grado nella nostra specie.
Cure parentali di macaco