Nonostante il prevalere del Creazionismo e del Fissismo, l'idea che gli organismi potessero modificarsi nel tempo, è molto antica.
Anassimandro
Anassimandro di Mileto (610 - 546a.C.) ipotizzò che i primi esseri viventi, uomini compresi, si fossero sviluppati nell'acqua per trasferirsi in seguito sulla terraferma.
Dalla testimonianza di Censorino (III sec.) leggiamo: «Anassimandro di Mileto ritiene che dall'acqua e dalla terra riscaldate sorsero sia pesci sia animali oltremodo simili ai pesci; che dentro questi animali si formarono uomini, i cui feti rimasero racchiusi all'interno sino alla pubertà; che allora finalmente, spezzate queste creature, vennero fuori uomini e donne, ormai capaci di nutrire se stessi».
Sono le prime idee di una qualche forma di trasformazione degli organismi.
Lucrezio
Lo scrittore romano Tito Lucrezio Caro (98 - 55 a.C.?) scrisse nel De rerum natura, libro V: «La giovane terra generò dapprima erbe e virgulti, in seguito creò le stirpi mortali, che nacquero in gran numero, in molti modi, con varie forme. Infatti, non possono esser caduti dal cielo gli animali, né le specie terrestri essere uscite dai salati abissi. Resta che a ragione la terra ha ricevuto il nome di madre poiché dalla terra traggono origine tutte le creature. Ed anche ora molti animali sorgono dalla terra, generati dalle piogge e dall'ardente calore del sole; perciò non c'è da stupire se più numerosi ne nacquero allora, e più grandi, essendo cresciuti quando terra e cielo erano giovani. [...] Allora, vedi, la terra cominciò a produrre le stirpi mortali. Molto calore, infatti, e umidità sovrabbondavano nei campi. Perciò, ovunque si offriva idonea disposizione di luogo, crescevano uteri attaccati alla terra con radici; [...] Perciò, ancora e ancora, la terra a ragione ha ricevuto e conserva il nome di madre, poiché da sé essa creò il genere umano e, quasi a un momento stabilito, partorì ogni animale che sui grandi monti scorrazza selvaggio e insieme gli uccelli dell'aria nelle varie forme. Ma, poiché il suo partorire deve avere un termine, essa cessò, come donna fiaccata da vecchiezza».
Lucrezio non parla propriamente di evoluzione dei viventi, piuttosto di un adattamento quando la Madre Terra ha smesso di operare. Molto evidente è invece il suo ruolo nella generazione di tutti i viventi, uomo compreso: non la Divinità, ma la Madre Terra è la creatrice.
Agostino
Sant'Agostino (354 - 430 a.C.), vescovo di Ippona, sembra sostenere una qualche forma di evoluzione.
Nel testo De civitate Dei leggiamo: «Tutti gli esseri dunque, per il fatto che sono ed hanno perciò la propria misura, la propria forma e una determinata pace con se stessi, sono certamente buoni. Essendo inoltre dove devono essere secondo la finalità della natura, conservano il proprio essere nelle proporzioni in cui lo hanno ricevuto. E poiché non hanno ricevuto di essere per sempre, acquistano e perdono perfezioni, secondo l'esigenza e il movimento delle realtà, alle quali per legge del Creatore sono soggetti, perché per divina provvidenza tendono a quel risultato che il razionale ordinamento dell'universo implica».
Nel De Genesi ad litteram afferma: «Al principio furono creati solo i germi, o le cause delle forme di vita, che in seguito si sarebbero sviluppate gradualmente».
Ma, sempre dal De Genesi ad litteram, leggiamo: «Se però noi supponessimo che Dio crea ora una creatura non appartenente alle specie costituite nella creazione primordiale, contraddiremmo senz'altro apertamente alla Scrittura, la quale afferma che Dio portò a termine tutte le sue opere il sesto giorno. È infatti evidente che Dio, conforme alle specie da lui create all'origine, crea un gran numero d'esseri nuovi che non aveva creati allora. Ma non si può logicamente credere che Dio crei nuove specie d'esseri, poiché terminò di crearle tutte allora».
Qui appare molto chiaramente che tutte le specie sono state tutte create all'inizio e non ne sono state aggiunte di nuove e tuttavia: « Ora però in un certo senso sono state portate a perfezione e in altro senso sono abbozzate le stesse cose che Dio creò tutte simultaneamente al principio quando creò il mondo e che si dovevano sviluppare nei tempi che sarebbero seguiti: esse sono state portate a perfezione senza dubbio poiché nella natura loro propria - nella quale trascorrono il corso dei loro tempi - non hanno nulla che in esse non fosse presente come creato nelle loro cause, ma d'altra parte sono state anche abbozzate, poiché in esse erano, per così dire, i semi degli esseri futuri che, nel corso della durata di questo mondo, dovevano esser fatti uscire dal loro stato occulto ed essere resi palesi a tempo opportuno. Per questo le parole della sacra Scrittura posseggono una grande efficacia per insegnare questa verità se uno le considera attentamente. Essa infatti da una parte dice che le opere di Dio furono portate a perfezione e dall'altra che furono abbozzate [...] E il sesto giorno Dio portò a termine tutte le opere che aveva fatte. Dio inoltre benedisse il settimo giorno e lo dichiarò sacro. D'altronde, se prima non fossero state solo abbozzate, essa non aggiungerebbe: In quel giorno Dio si riposò da tutte le opere che aveva cominciato a fare».
Riassumiamo la posizione di Agostino.
Secondo questo autore, tutti i viventi sono creati da Dio all'origine del mondo ma in forma abbozzata per svilupparsi successivamente secondo i propri ritmi. In seguito questo non sarebbe più stato necessario perché i nuovi viventi si sarebbero moltiplicati con la normale riproduzione. Inoltre, alcuni organismi si formerebbero per generazione spontanea: «poiché è stato osservato che alcuni animali nascono dalle acque o dalla terra senza avere alcun sesso e perciò il loro seme non è insito in essi ma negli elementi da cui nascono». «C'è ancora un altro problema riguardante certi animali piccolissimi, se cioè furono creati al principio della corruzione o derivarono in seguito dalla corruzione degli esseri mortali. La maggior parte d'essi infatti nasce o da alterazioni patologiche dei corpi viventi o dai loro escrementi o dalle loro esalazioni oppure dai cadaveri putrefatti, alcuni altri nascono anche dalle parti marcite della legna e delle erbe, alcune dal marciume dei frutti».
Questi concetti non assomigliano certamente all'evoluzione come noi oggi la intendiamo e tuttavia non possiamo negare che sembrano adattarsi all'idea di evoluzione.
Gli oppositori
Le idee di Agostino non si affermarono nella Chiesa. Se ciò fosse avvenuto, probabilmente la teoria evolutiva si sarebbe affermata almeno un secolo prima e non sarebbero mai sorte le controversie che ancora ci accompagnano. Fu invece il pensiero di Aristotele a confluire nel cristianesimo e a imperare fino al tardo Ottocento.
Molti teologi protestarono contro i tentativi di gettare il dubbio sul racconto biblico. Ne citiamo uno che riassume le idee che ancora oggi sono portate avanti dai fondamentalisti: il naturalista e pastore metodista inglese Joseph Townsend, (1739 - 1816).
Egli afferma: «La scienza geologica acquista importanza infinita, quando la consideriamo in relazione alle nostre speranze immortali. Queste dipendono dalla verità della rivelazione, e l'intero sistema della religione rivelata è, in definitiva, legato alla veracità di Mosè. L'eredità divina di Cristo e quella del legislatore giudeo devono stare o cadere assieme. Se il racconto della creazione e del diluvio lasciatoci da Mosè è vero, e quindi le promesse da lui registrate sono ben fondate, possiamo mantenere le nostre speranze; ma, se quello dovesse risultare falso, noi dovremmo rinunciare a queste» (The character of Moses established for veracity as an historian, 1813).
Queste persone non si rendono conto che queste frasi sono un'arma a doppio taglio e quale danno hanno provocato, e ancora producono, alla Chiesa e alla religione in generale.
Infatti, come si legge nel testo, la verità della creazione è legata alla verità della Scrittura: poiché essi ritengono che la Scrittura sia sempre vera in ogni sua parte, necessariamente ne consegue che la teoria dell'evoluzione sia falsa.
Ma nel momento in cui confermiamo la validità della teoria evolutiva, applicando lo stesso criterio, dobbiamo concludere che tutta la Scrittura deve affermare il falso. Da qui l'abbandono della religione da parte di molti scienziati.