L'evoluzione è la trasformazione delle specie nel tempo e la loro divergenza a partire da un antenato comune.
Si tratta di una teoria scientifica che, da quando è stata formulata, è stata segnata da un dibattito acceso tra gli scienziati.
Le discussioni attuali riguardano i dettagli dell'evoluzione e non i concetti che sono alla base di essa. Riguardano il fatto che un certo gruppo di organismi discenda o no da un altro, la velocità con cui è avvenuta l'evoluzione o il ruolo che il caso ha svolto in essa, ampliando e completando progressivamente la teoria man mano che si acquisiscono nuove conoscenze nei diversi campi della biologia. Non riguardano il fatto che l'evoluzione sia avvenuta o no. Tra gli scienziati non esiste un dibattito del genere. Se la teoria evoluzionistica è cambiata e cresciuta, passando attraverso diverse fasi, dal darwinismo originario alla cosiddetta sintesi moderna degli anni Trenta del secolo scorso, per giungere all'attuale formulazione neodarwiniana, lo si deve anche al continuo proporsi di argomentazioni critiche, avanzate su una base puramente teorica o in seguito a nuove risultanze sperimentali, e di controargomentazioni.
Per i biologi, infatti, l'evoluzione non è una curiosità storica ma un dato di fatto accertato e rappresenta la chiave interpretativa fondamentale per comprendere la struttura e la funzione dei viventi nell'ambiente naturale. Gli scienziati, dunque, non si chiedono "se" le specie evolvono ma "come" esse evolvono.
D'altronde, in un modo in incessante trasformazione, con i continui cambiamenti ambientali, con la placche tettoniche che si spostano, si creano e smantellano montagne, si formano e prosciugano i mari, è assurdo pensare che l'unica cosa a rimanere immutata sulla Terra siano gli organismi viventi.
Quello che non accenna a diminuire, purtroppo, è il dibattito polemico tra gli scienziati e quelli che si oppongono all'evoluzione, facendo leva sull'equivoco tra l'aspetto storico, cioè se l'evoluzione c'è stata o no, e quello esplicativo, cioè in quale modo è avvenuta. Non si tratta però di un dibattito "scientifico" sulla validità della teoria evolutiva.
Le discussioni tra gli scienziati sui meccanismi evolutivi sono erroneamente interpretati come segnale di una teoria debole, non sufficientemente suffragata da prove, ma che sia piuttosto una specie di congettura scientifica sulla storia della vita sulla Terra. Il ragionamento è il seguente.
- Darwin ha fondato la teoria dell'evoluzione;
- alcuni scienziati dubitano che Darwin avesse completamente ragione;
- dunque, alcuni scienziati si oppongono all'evoluzione.
Il primo punto della discussione con gli oppositori riguarda il termine "teoria". Nel linguaggio comune questa parola viene confusa con la parola "ipotesi". Se si domanda a qualcuno di dare una definizione di teoria, ci si sente spesso rispondere che «la teoria è un'ipotesi, qualcosa che non è dimostrato e che deve ancora essere verificato».
Niente di più errato!
Come abbiamo visto nella pagina del metodo scientifico, la teoria è un insieme sistematico e coerente di leggi concernenti il medesimo argomento, che fornisce un'interpretazione generale complessiva di un certo aspetto della natura, supportata da molte evidenze scientifiche e verificata molte volte da ricercatori diversi. È quindi il massimo grado di conoscenza che abbiamo in questo momento - perché sempre provvisoria - di un certo argomento, che è in grado di spiegare le osservazioni del mondo naturale e fare previsioni verificabili. Così abbiamo la teoria atomica, la teoria della relatività, la teoria cellulare ...
Un altro punto su cui si appigliano gli oppositori riguarda le prove. Caso pressoché unico tra le discipline biologiche, le affermazioni sull'evoluzione sono sistematicamente accusate di non essere sufficientemente dimostrate o, più semplicemente, di essere sbagliate.
Gran parte delle persone non ha mai visto un atomo o una molecola, tuttavia, nessuno mette in dubbio che la materia sia formata da atomi e molecole. Ogni volta che se ne parla, non si passano in rassegna tutte le prove che ne dimostrano l'esistenza: è un fatto dato per assodato. La struttura ultima della materia è oggetto di fervente discussione tra gli scienziati, eppure non risulta essere oggetto di contestazione.
Non sempre le prove di tutti gli aspetti dell'evoluzione possono essere prodotte usando i metodi della ricerca sperimentale. Non è possibile, per esempio, riprodurre in laboratorio l'evoluzione dei Dinosauri in Uccelli, poiché la trasformazione ha richiesto un lunghissimo periodo di tempo, anche se c'è chi, sfruttando le moderne tecniche dell'ingegneria genetica, spera di poterlo fare a partire da un pollo, l'animale evolutivamente più vicino. Le prove sono dunque fondamentalmente di tipo storico e quindi necessariamente frammentarie. Disponiamo, infatti, di un'infinitesima parte di resti fossili degli organismi che sono esistiti sulla Terra nei miliardi di anni trascorsi dalla sua nascita e ciò lascia spazio a un maggior numero di interpretazioni rispetto ad una scienza puramente sperimentale.
Le prove dell'evoluzione, però, soddisfano i criteri di coerenza interna e concordano tra loro. Se se scoprisse anche una sola incoerenza in una delle prove, l'intera teoria verrebbe messa in discussione ma, in oltre 160 anni, ciò non è ancora accaduto. Consideriamo anche che in questo lungo periodo la biologia è completamente cambiata, mentre il nocciolo della teoria evolutiva è rimasto inalterato: nessuna teoria scientifica ha mostrato una tale longevità e questo dimostra le solide basi su cui si fonda.
Quelle che sono ritenute teorie alternative all'evoluzionismo: creazionismo scientifico e non, intelligent design, concordismo ecc. non hanno alcuna caratteristica della teoria scientifica. Esse non sono predittive perché non consentono di predire il verificarsi di un fenomeno, non sono in grado di condurre esperimenti scientifici a loro favore, non offrono alcuna spiegazione per l'adattamento, non sono falsificabili e non sono provvisorie (come lo sono tutte le teorie scientifiche) perché nessuna nuova scoperta potrebbe modificarne i contenuti; i loro argomenti probanti sono le citazioni bibliche e non prove raccolte direttamente in natura. La teoria dell'evoluzione è in continuo divenire, suffragata e ampliata da nuove scoperte: una teoria che spiega tutto perfettamente non è scientifica.
Chi diffonde queste teorie non ha alcuna competenza scientifica e, d'altra parte, a loro non serve, poiché le finalità sono politiche e religiose, non certo scientifiche.
La persona media non ha solide basi per comprendere pienamente una teoria così complessa, che richiede competenze in diverse discipline scientifiche. La teoria classica di Darwin è abbastanza semplice da comprendere e spiegare ma quando si entra nella moderna teoria sintetica, che necessita di profonde conoscenze di biologia molecolare, genomica ecc., hanno gioco facile i creazionisti nello sviare il pubblico, proponendo "teorie" di immediata comprensione e attaccando gli evoluzionisti perché dibattono su questo o quel particolare della teoria. È più facile contestare o rifiutare una teoria che prendersi la briga di analizzarla e cercare di comprenderla, soprattutto quando non si è in grado o, peggio, non si vuole farlo.
Pertanto, qualsiasi comparazione fra l'evoluzione e le altre teorie, che non sono contestabili e quindi fuori dall'ambito dell'indagine scientifica, è priva di senso poiché gli strumenti e i metodi della scienza sono assolutamente diversi da quelli della religione e della politica.
L'unica risposta a tutte queste inutili polemiche è: «Quello che è di Cesare rendetelo a Cesare, e quello che è di Dio, a Dio» (Mc 12,17).
Serie A: Creazionismo - Serie B: Trasformismo
A1: specie fisse senza estinzione; A2: specie fisse ma alcune si estinguono; A3: tutte le specie iniziali si estinguono e creazione di nuove specie.
B1: da pochi tipi iniziali derivano le varie forme; B2: le specie si trasformano gradualmente; B3: le specie si evolvono per divergenza da un antenato comune.